Acqua Pubblica: la politica sorda al successo della raccolta firme
Luglio 19, 2010

Previsione di raccolta firme dal 24 aprile al 4 luglio, 4500 nella provincia di Ferrara, obiettivo raggiunto 7500 (anche se a conti fatti 500 firme non hanno potuto essere certificate). Un doppio successo. Il primo, la volontà della popolazione di dare il proprio sostegno all’acqua pubblica e di sperare, sospirando, che si arrivi davvero al referendum. Il secondo, il comitato per la raccolta firme ha agito a livello locale grazie all’apporto dei volontari delle associazioni, con il sostegno di Rifondazione comunista, PDCI e Verdi, ma grazie soprattutto alla mobilitazione di tante persone che hanno offerto il proprio tempo e la propria capacità proprio in questa occasione, dimostrando così quanto il tema sia sentito. Anche dipendenti comunali poco avvezzi alla vita sociale hanno, in questo caso, chiesto il permesso per poter autenticare le firme raccolte in centinaia di banchetti sparsi per il territorio provinciale.
A questa diffusa e straordinaria partecipazione che ha permesso in tutta Italia di raccogliere oltre un milione di firme (1.401.432 , per la precisione), tra queste anche firme eccellenti di personaggi politici di spicco e artisti di varia provenienza, la sensibilità politica locale dà risposte che dimostrano una lungimiranza prossima allo zero.
Invitati alla festa del Pd al Barco, alcuni esponenti del Comitato locale acqua pubblica hanno potuto toccare con mano quanto retriva sia ancora la cultura democratica nostrana, dal momento che si arriva a dichiarare: “i referendum non hanno più valore nel nostro paese” e “i cittadini non possono essere sempre lì a votare, ciò che invece devono fare ad ogni scadenza elettorale è mettersi in fila e chiedere agli amministratori/politici di esaudire le loro richieste”. Impossibile fare accettare ai politici, e anche ammnistratori del Pd, che se esistono centinaia di movimenti attivi sul territorio e il partito dell’astensione è in continua crescita, qualcosa che non funziona nel modo di operare dei partiti ci sarà… Difficile, se non impossibile, far comprendere loro che la partecipazione politica va al di là della capacità di organizzare feste e finti dibattiti, tra liscio, DJ e tortellini.
Sullo specifico tema dell’acqua, poi, i triti ritornelli: “l’acqua gratis non si può avere “, di fronte alla richiesta di 50 litri minimi garantiti, “il tipo di gestione è indifferente purchè sia efficiente”, di fronte alla richieste di una gestione completamente pubblica e partecipata, “serve il mercato come garante di investimenti altrimenti impossibili per i comuni”, di fronte all’evidenza che ogni capitale investito nella gestione del servizio idrico è oggi remunerato con un tasso fisso del 7%.
Per il sindaco di Ro Filippo Parisini non sembrano di alcuna rilevanza gli esempi di Parigi e Grenoble, dell’Olanda, che sono tornati alla gestione pubblica dell’acqua dopo anni di privatizzazione, applicando quella che a noi sembra una “arte del possibile” ovvero una serie di soluzioni attuabili e attuate, soluzioni che i partiti per primi dovrebbero prendere in considerazione. Dal lato opposto, i pessimi esempi della situazione inglese (servizio idrico totalmente privato, “controllato” da una authority “forte”) o del modello lombardo che avanza (bad company pubblica e good company privata) che ancora gli amministratori locali tenagono come punto di riferimento.
Ma i cittadini “stanchi di votare” -quando in effetti risulta inutile- sono ancora in grado distinguere tra quello che si propone loro: il voto al referendum per l’acqua pubblica lo andranno a depositare con la stessa solerzia con cui hanno firmato per la richiesta del medesimo.
Comitato Acqua Pubblica ferrara
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